Sono stati 111 882 i voti che hanno salvato Alberto Tedesco dalla richiesta di arresti domiciliari inoltrata dalla procura di Bari al Senato della nostra sfortunata Repubblica. Inutile concentrarsi sullo scarto di 34 voti tra favorevoli e contrari (151 NO, 127 SI e 11 astensioni, che per il regolamento dell’assemblea valgono come voto contrario) nella votazione di mercoledì: a salvare l’ex assessore pugliese sono stati gli elettori della circoscrizione sud che nel 2009 hanno spedito al Parlamento europeo l’ex-ministro dell’agricoltura Paolo De Castro. Quest’ultimo, infatti, era il capolista del PD in Puglia per le elezioni del Senato nel 2008, quando il Partito è riuscito a piazzare 8 dei suoi, accaparrandosi anche il seggio ottenuto da Rifondazione comunista nel 2006 grazie alla soglia di sbarramento più bassa per i partiti all’interno di una coalizione. Primo dei non eletti, in nona posizione, Alberto Tedesco. Quest’ultimo era felicemente assessore alla Sanità della prima giunta Vendola dal 2005, ricompensato per l’appoggio dato dal suo movimento socialdemocratico nel 2004 alla candidatura di Michele Emiliano a sindaco di Bari e nel 2005 alla corsa del Messia di Terlizzi.
La sanità, come tutti sanno, rappresenta la quasi-totalità del budget di una Regione. E’ il centro del potere di un’amministrazione regionale. Perché allora candidarsi al Senato, con il rischio di perdere la poltrona a Bari? “Se avessi saputo dell’indagine, nel 2008 non mi sarei candidato”, ha dichiarato Tedesco in Senato, facendo finta di supplicare i suoi colleghi di farlo arrestare. Peccato che già nel 2007 avesse dovuto respingere una mozione di sfiducia del centrodestra, che faceva notare il suo conflitto d’interessi, dato che i figli gestivano le forniture mediche per vari ospedali pugliesi – lo stesso giro di Tarantini, che portava le varie D’Addario a Palazzo Grazioli, a beneficio dell’utilizzatore finale. A febbraio 2009 le indagini della Procura per corruzione, turbativa d’asta e violazione di segreto d’ufficio. A giugno 2009 Paolo De Castro vola a Bruxelles. Si libera il seggio per Tedesco, che il 14 luglio 2009 atterra a Palazzo Madama nella truppa della Finocchiaro, fino alla richiesta d’arresto del febbraio scorso. Della storia recente, c’è da rilevare un particolare interessante: si sarebbero infatti “sbagliati a votare” Nicola Latorre e Colomba Mongiello, rispettivamente numero 2 e numero 4 della lista PD in Puglia nella quale è stato eletto Tedesco. Sarebbe a dire, due senatori che potenzialmente avrebbero potuto perdere il posto per salvare l’ex-assessore, se De Castro non si fosse trasferito al Parlamento europeo. Se non si può chiedere un po’ di trasparenza, non basterebbe almeno un po’ meno di faccia di bronzo?
E’ evidente che è necessario ripensare l’intero sistema dell’autorizzazione parlamentare. La nostra Costituzione, modificata su questo punto nel 1993, la prevede come garanzia contro gli arbitri nei confronti dei rappresentanti del popolo. La stessa cosa è prevista da varie Costituzioni straniere (veri art. 28 della Costituzione francese) per evitare che misure di restrizione della libertà personale possano essere utilizzate a fini politici: tu non voti tal provvedimento, io trovo la scusa per farti arrestare. Con Papa e Tedesco siamo al capovolgimento di questa logica: si sono fatti eleggere in Parlamento, per dei fatti precedenti alla loro elezione, al solo fine di evitare il corso della giustizia. I rispettivi partiti li hanno protetti. Un qualsiasi assessore di qualsiasi giunta del regno a quest’ora sarebbe in carcere, vedi l’odioso Prosperini in Lombardia. E’ vero che dopo tutto questo tempo è inutile anche procedere all’arresto, che generalmente è ordinato, per esempio, per evitare l’inquinamento delle prove: in tre mesi, Tedesco avrebbe potuto (o forse ha) inquinato tutto quello che voleva e non sarebbero bastati i domiciliari per evitarlo.
Ma quello che, come sempre, dà più fastidio, è la doppia morale, il gioco di Palazzo, l’ipocrisia: possibile che il PD come Partito dei Delinquenti sia più realistico del PdL come Partito degli onesti?